Come diventare architetto abilitato: tutti gli step

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Sono molti i giovani appassionati che si chiedono come diventare architetto abilitato. Il percorso per raggiungere l’abilitazione professionale e l’iscrizione all’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori (OAPPC) è articolato e richiede dedizione, studio e il superamento di prove specifiche.

Comprendere appieno tutti gli step, dalla formazione universitaria fino all’ottenimento del titolo abilitante, è fondamentale per chiunque intenda intraprendere questa affascinante ma impegnativa carriera in Italia.

Come diventare architetto abilitato: primo passo, la formazione universitaria

Il cammino verso l’abilitazione professionale inizia tra i banchi dell’università. In Italia, per accedere alla professione di architetto, è necessario conseguire una laurea magistrale a ciclo unico o una laurea triennale seguita da una laurea magistrale.

La Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Architettura (classe LM-4) è il percorso più tradizionale e diretto. Ha una durata di cinque anni e fornisce una formazione completa che abbraccia diverse discipline, dalla progettazione architettonica e urbanistica alla storia dell’architettura, dalla tecnologia delle costruzioni al restauro, dalla fisica tecnica all’urbanistica e al paesaggio. Questo corso di studi è specificamente pensato per preparare lo studente all’Esame di Stato per l’abilitazione.

In alternativa, è possibile conseguire una Laurea di primo livello (triennale) in Scienze dell’Architettura (classe L-17), seguita da una Laurea Magistrale (biennale) in Architettura (LM-4) o in Architettura del Paesaggio (LM-3) o in Pianificazione Territoriale Urbanistica e Ambientale (LM-48). Questa seconda opzione offre una maggiore flessibilità nella scelta degli approfondimenti, permettendo di specializzarsi in un campo specifico già durante la formazione universitaria. È cruciale verificare sempre che il percorso scelto sia abilitante all’accesso all’Esame di Stato per la sezione desiderata (Architetto, Paesaggista, Pianificatore, Conservatore).

Durante il percorso universitario, è fondamentale non solo acquisire solide basi teoriche e progettuali, ma anche sviluppare un pensiero critico, capacità di problem-solving e una sensibilità verso le tematiche della sostenibilità e dell’innovazione, che sono sempre più centrali nella professione moderna.

L’Esame di Stato: la porta d’accesso alla professione

Una volta conseguita la laurea magistrale abilitante, il passaggio successivo e determinante è il superamento dell’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione di Architetto. Questo esame è indetto annualmente dal Ministero dell’Università e della Ricerca e si svolge presso diverse sedi universitarie italiane, solitamente in due sessioni (una in estate e una in autunno).

L’Esame di Stato per la Sezione A dell’Albo (Architetto, Pianificatore Territoriale, Paesaggista e Conservatore dei Beni Architettonici e Ambientali) è articolato in diverse prove.

Una prova pratica di progettazione: questa è la prova più complessa e impegnativa, che richiede la capacità di sviluppare un progetto architettonico o urbanistico completo, affrontando tutte le fasi, dal concept alla definizione degli elementi costruttivi, nel rispetto delle normative vigenti e delle funzioni richieste. La prova testa le capacità creative, tecniche e metodologiche del candidato.

Una prova scritta: generalmente si tratta di un tema o un quesito a risposta sintetica su argomenti riguardanti la storia dell’architettura, la legislazione urbanistica, la tecnologia delle costruzioni, la conservazione o il paesaggio, a seconda della sezione specifica per cui si sostiene l’esame.

Una prova orale: questa fase è un colloquio che verte su materie tecnico-scientifiche inerenti la progettazione, la legislazione professionale, il codice deontologico, la sicurezza nei luoghi di lavoro e, più in generale, tutti gli ambiti disciplinari che compongono la professione dell’architetto. Può includere anche la discussione del progetto elaborato nella prova pratica.

Una seconda prova scritta (se prevista dal bando): a volte, a seconda delle specificità del bando, può essere prevista una seconda prova scritta su argomenti specifici della sezione scelta.

La preparazione all’Esame di Stato richiede un impegno considerevole. Molti aspiranti architetti frequentano corsi di preparazione specifici o si dedicano allo studio autonomo, ripassando le materie fondamentali del percorso universitario e esercitandosi nella risoluzione di temi progettuali e quesiti d’esame degli anni precedenti. La capacità di gestire il tempo, la pressione e di applicare le proprie conoscenze a casi concreti è cruciale per il successo.

Dopo l’Esame di Stato: l’iscrizione all’Ordine professionale

Il superamento dell’Esame di Stato è un traguardo fondamentale, ma non è l’ultimo passaggio per diventare architetto abilitato a tutti gli effetti. Una volta ottenuta l’abilitazione, è necessario procedere con l’iscrizione all’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di riferimento.

L’iscrizione all’Ordine professionale è un requisito indispensabile per poter esercitare la professione di architetto in Italia. L’Ordine è un ente di diritto pubblico che ha il compito di tutelare il decoro professionale, vigilare sull’esercizio della professione, aggiornare gli iscritti e promuovere la cultura architettonica e paesaggistica.

Per procedere con l’iscrizione, solitamente sono richiesti i seguenti documenti e adempimenti:

– domanda di iscrizione al Consiglio dell’Ordine provinciale;
– copia autenticata del diploma di laurea abilitante;
– copia autenticata del certificato di abilitazione all’esercizio della professione;
– ricevuta del pagamento della tassa di iscrizione all’Ordine e della tassa annuale;
– copia del documento d’identità e del codice fiscale.

Generalmente, è richiesto anche di attivare un’assicurazione professionale obbligatoria per la responsabilità civile, a tutela del professionista e dei suoi clienti.

Successivamente all’iscrizione, l’architetto abilitato è tenuto a rispettare il Codice Deontologico e a seguire percorsi di Formazione Professionale Continua (FPC), acquisendo crediti formativi professionali (CFP) per mantenere aggiornate le proprie competenze e rimanere iscritto all’Albo.

La professione di architetto: opportunità e responsabilità

Una volta completato l’iter di abilitazione e iscrizione all’Ordine, l’architetto è finalmente pronto per intraprendere la professione. Le opportunità sono variegate e possono spaziare dalla libera professione (con studio proprio o associato) alla collaborazione con studi affermati, dall’impiego in enti pubblici o privati, fino all’attività di ricerca o insegnamento.

L’architetto moderno è chiamato a rispondere a sfide complesse, che vanno oltre la semplice estetica e funzionalità. La sostenibilità ambientale, l’efficienza energetica, la rigenerazione urbana, l’adattamento ai cambiamenti climatici, la digitalizzazione (con l’uso del BIM – Building Information Modeling) e l’inclusività sociale sono temi centrali che richiedono un aggiornamento continuo delle competenze e una visione progettuale sempre più olistica e responsabile.

Dopo aver analizzato come diventare architetto abilitato in Italia, non può che essere chiaro che si tratta di un percorso lungo e impegnativo, che richiede passione, perseveranza e un forte senso di responsabilità. Tuttavia, è anche un cammino che conduce a una professione stimolante e di grande valore sociale, che permette di lasciare un’impronta tangibile sul territorio e di contribuire attivamente alla costruzione di un futuro migliore e più sostenibile.

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